PERCHÉ ALCUNE SOSTANZE SONO DEFINITE DROGHE?
Il problema della droga è divenuto di scottante attualità solo da alcuni anni, ma questo non vuol dire che prima le sostanze stupefacenti fossero sconosciute.
Si può quindi affermare che da quando l'uomo esiste, esiste la droga.
Anticamente però questo non rappresentava un problema perché molte sostanze erano usate a scopo terapeutico; il consumo di droga fine a se stesso, ossia avente come unico scopo il benessere che ne poteva derivare, era più diffuso tra le popolazioni dei paesi tropicali.
Dobbiamo riconoscere però che, malgrado non avessero le nostre conoscenze mediche, questi popoli si comportavano più giudiziosamente di noi, perché, se non altro, non abusavano di queste sostanze. Questo discorso vale naturalmente solo per le droghe naturali come l'oppio e la coca. Altre sostanze come la morfina e l'eroina, ottenute, attraverso una lunga serie di processi chimici, dall'oppio, o come l'LSD 25, un composto sintetico, sono invece frutto delle moderne conoscenze chimiche.
C'è molta confusione in riferimento al "problema droga": ciò è in parte dovuto alla molteplicità di significati che si danno alla parola "droga".
Di fronte a una tale polivalenza, che ovviamente crea problemi di intendimento ed incomprensione, l'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1964 ha ritenuto opportuno definire due concetti, oggi universalmente accettati, che sono i cardini del discorso: la tossicomania e l'abitudine.
La tossicomania è caratterizzata da:
- invincibile bisogno o desiderio di continuare ad assumere droga e di procurarsela con tutti i mezzi;
- tendenza ad aumentare la dose;
- dipendenza di ordine psicologico, e talvolta fisico, dalla droga;
- effetti dannosi all'individuo ed alla società.
L'abitudine è caratterizzata da:
- il desiderio, accompagnato dalla necessità, di continuare ad assumere la sostanza, per il senso di aumentato benessere che essa produce;
- scarsa o nulla tendenza ad aumentare la dose;
- un certo grado di dipendenza fisica e quindi possibilità di una sindrome di astinenza;
- effetti dannosi principalmente per l'individuo.
Da quanto detto sopra, in base alla definizione di droga data dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, anche alcool, caffeina e nicotina sarebbero da considerare droghe.
PERCHÉ LE DROGHE PESANTI PRODUCONO ASSUEFAZIONE?
Le sostanze stupefacenti introdotte nell'organismo per bocca o tramite iniezione o, caso specifico di alcune droghe, vengono fumate.
La sostanza agisce in un determinato periodo di tempo, trascorso il quale, il suo effetto scompare. Ciò è dovuto al fatto che l'organismo trasforma la sostanza e la elimina, motivo per cui l'effetto termina. È chiaro che quanto più la sostanza rimane nell'organismo tanto più lungo sarà il suo effetto.
Ora, come i neonati imparano a camminare e poi a parlare, così il nostro organismo apprende a trasformare ed eliminare tali sostanze; e come i bambini con l'esercizio imparano a correre e a parlare bene e sempre più velocemente, così l'organismo raffina i suoi metodi di trasformazione ed eliminazione della droga.
In altre parole, se un milligrammo di sostanza viene eliminato in 5 ore la prima volta che è introdotto nell'organismo, dopo molteplici somministrazioni la stessa quantità sarà eliminata in 2 ore.
Questa progressione nell'eliminare la sostanza giustifica il fatto che la droga perde, con l'uso, i suoi effetti, e si rende necessario allora aumentare progressivamente la quantità di sostanza introdotta. Si produce in tal modo l'assuefazione (progressiva tolleranza) alla droga. Bisogna però precisare che non tutte le sostanze si comportano come descritto: accade infatti che alcune droghe non diano il fenomeno dell'assuefazione.
PERCHÉ SI PRODUCE LA SINDROME DA ASTINENZA?
Generalmente, nel momento in cui la droga cessa di essere introdotta nell'organismo agli effetti di potenziamento o di attivazione si sostituiscono fenomeni di riduzione e di indebolimento. In altre parole la sindrome da astinenza si dimostra con caratteri opposti a quelli che si osservano durante l'assunzione di droga. Bisogna precisare però che ogni tipo di droga ha una sua ben precisa serie di sintomi da astinenza; qui analizzeremo come campione la sindrome da astinenza da morfina.
Durante le prime ore, specie se è la prima volta che il tossicomane rimane senza dose, non si hanno veri fenomeni o sintomi fisici, bensì solo la sensazione che si stia instaurando un vago malessere. Tutto ciò è però più un fatto psichico che non un vero fatto organico.
I primi segni di astinenza compaiono non prima di 8-10 ore dall'ultima assunzione di morfina e si manifestano con un crescente nervosismo, una profonda irritabilità ed irrequietezza sia fisica che psichica. Tale complesso di sintomi tende ad essere rinforzato dalla solitudine e dall'isolamento del tossicomane. Spesso le prime manifestazioni sono poco caratteristiche: il soggetto sbadiglia con molta frequenza, si presenta molto sudato, subisce un aumento della secrezione del muco nasale, gli occhi lacrimano abbondantemente, tanto che si suole definire questa situazione come "il pianto senza pianto".
Tutti i sintomi si aggravano con il trascorrere del tempo, e verso la ventiquattresima ora di astinenza si evidenzia una pupilla molto dilatata e si manifestano brividi e tremori.
Successivamente compaiono i sintomi più gravi, ovvero contrazioni muscolari e crampi molto dolorosi alle gambe; le contrazioni incoerenti ed irrefrenabili coinvolgono progressivamente tutti i muscoli; si hanno così nausea, crisi ripetute di vomito, di diarrea, rifiuto quasi totale di ingerire cibo e compare l'insonnia. Il respiro si fa più frequente ed affannoso, la temperatura corporea tende ad aumentare.
Questo insieme di alterazioni raggiunge il suo acme 48-72 ore dopo l'ultima "dose" somministrata, e decresce lentamente per un periodo variabile tra i 5 e i 10 giorni.
È quindi una esperienza che lascia una profonda traccia: qualora però il tossicomane volesse volontariamente non assumere più droghe, la guarigione completa con riabilitazione non si potrebbe ottenere prima dei 3-6 mesi, spesso previa terapia psichiatrica.
PERCHÉ SI MUORE PER "OVERDOSE "?
Strettamente collegata al problema dell'assuefazione è la risposta al perché si muore per "overdose" .
Il significato letterale del termine overdose è "eccessiva dose" ed indica appunto l'assunzione di una quantità di sostanza eccessiva per l'organismo, tanto che, come effetto finale, si ha la morte del tossicomane.
L'organismo è regolato da un delicato equilibrio tra le varie funzioni essenziali, ovvero respirazione e battito cardiaco, e in generale l'assunzione della droga causa solo una momentanea alterazione di questo equilibrio; in caso però di assunzione di una forte quantità di queste sostanze, l'alterazione dell'equilibrio è così profonda da bloccare il respiro o il battito cardiaco, provocando così la morte.
L'assuefazione all'uso della droga comporta, come abbiamo già visto, la necessità di aumentare sempre di più la quantità di sostanza usata, per ottenere la stessa durata e la stessa intensità di effetti.
Accade spesso che gli spacciatori, per aumentare i profitti, miscelino la droga pura con altre sostanze di costo decisamente più basso, che sono dannose per l'organismo quanto e più della droga pura. L'esempio più tipico è dato dalle miscele di eroina con altri composti chimici; questo procedimento porta alla immissione sul mercato di droga non pura, che nel gergo dei tossicomani è detta "tagliata". Le sostanze più usate per "tagliare" la droga sono l'amido e il talco.
La droga "tagliata" è pericolosa per due motivi: in primo luogo bisogna considerare che la presenza di altre sostanze, a parte l'aumento di tossicità che comporta, riduce l'effetto psichico della droga, costringendo il tossicodipendente ad aumentare la dose per ottenere l'effetto desiderato. In altre parole, se la dose di droga pura per ottenere un dato risultato è di un grammo, saranno necessari più grammi di droga tagliata per ottenere lo stesso effetto.
In secondo luogo bisogna considerare che non sempre la droga viene messa in commercio "tagliata"; accade infatti che vengano immesse sul mercato partite di droga "pura". Il tossicomane, all'atto di acquistare la dose, non sa se questa sia pura o tagliata, e qualora sia abituato a far uso di droghe "tagliate", nell'usare una dose pura ne assumerà una quantità eccessiva con conseguenze letali.